mercoledì 1 febbraio 2012

La prosivendola

"Lei Malaussène ha un vizio raro: compatisce".

Affronto un capitolo molto bello della mia vita di lettrice parlando di Daniel Pennac, uno degli autori più geniali che il XX secolo ci abbia regalato.

Daniel Pennac, al secolo Daniel Pennacchioni, inizia a scrivere la serie di romanzi su Benjamin Malaussène per scommessa, creando quello che definisco il mio personaggio letterario preferito.

Il buon Benjamin fa di professione il capro espiatorio ed oltre ad avere il vizio raro della compassione (come dice la Prosivendola, colei che paga profumatamente i suoi servigi), ha la rara capacità di trovarsi SEMPRE nel posto sbagliato al momento sbagliatissimo. Ha una famiglia multietnica e di dimensioni non comuni, una mamma eternamente innamorata e sempre assente. Torna a casa solo quando è nuovamente incinta e, sfornato il pargolo, sparisce dalla circolazione. Ha un nugolo di fratellastri e sorellastre. Attira a sé tizi di ogni sorta ed anche un mucchio di guai. Ha una fidanzata giornalista bella e coraggiosa. Gli elementi per costruire una storia veramente strepitosa ci sono tutti. Se si aggiunge poi che Benjamin e tutta la ciurma usano essere sarcastici e caustici quasi quanto me ("Gli stronzi rinsaviscono giusto il tempo che dura la paura"), allora si percepisce l'amore che posso provare per questa famiglia veramente un po sfigata.

Il "ciclo Malaussène" si compone di sei libri scritti tra il 1985 ed il 1997. "La prosivendola" è il terzo episodio di questo ciclo. Le storie si susseguono ma al tempo stesso ciascun libro rappresenta un capolavoro a sé.

Ho una grande passione per i libri ed ho sempre immaginato che se avessi mai aperto una libreria l'avrei chiamata così, "La prosivendola".

Il libro inizia con uno matrimonio (Evviva, Evviva!"): si sposa Clara, la sorella preferita di Benjamin. Il marito è il direttore di un carcere in cui vengono esaltate le doti artistiche dei condannati. Inutile dire che Clarence di Sant'Inverno (promesso sposo di Clara), muore (beh, sì, c'è un omicidio in quasi ogni episodio e Benjamin viene quasi sempre accusato di esserne il colpevole). Clara confessa a suo fratello di essere incinta e Benjamin, desideroso di dare al suo nipotino tutto quello che desidera, fa scelte poco felici per le quali Julie, la sua fidanzata, decide persino di lasciarlo.

La trama è intricatissima e vale la pena di non svelarvi nulla... Vi dico solo che Clara partorisce un bellissimo bambino a cui viene dato il nome di E' un Angelo. Sì, è proprio questo il suo nome: E' un Angelo. La famiglia Malaussène ha un talento nel dare i nomi ai propri figli: ne "La fata carabina", troverete la nascita della piccola Verdun, chiamata così perché ogni volta che si sveglia scatena un frastuono pari solo a quello dell'omonima battaglia. In "La Passione secondo Therese", nasce Maracuja. Eccetera eccetera...

Lo stile di Pennac è inconfondibile, irriverente e sciolto. E' uno scrittore elegante. Ed è elegante perché fa sembrare facile scrivere un libro e per me l'eleganza consiste proprio nella capacità di far sembrare molto semplice fare qualcosa di molto molto difficile. Terminato il ciclo con "La Passione secondo Therese", potete attaccare gli altri libri di Daniel. Io consiglio caldamente, tra gli altri, "La lunga notte del Dottor Galvan", un librino piccolo piccolo ma troppo divertente, "Come un romanzo", un saggio sulla lettura, "Signori Bambini", una storia per nulla banale in cui per punizione i bambini diventano adulti e gli adulti diventano bambini e "Ecco la storia", racconto strampalato, strepitoso e surreale. Non ho mai letto, invece, i libri del ciclo di Kamo.

Vi lascio con una citazione tratta da "La prosivendola", che vuole essere un invito anche ai miei lettori

"Pietà per gli scrittori... non tendete loro specchi... non trasformateli in immagini... non date loro un nome... tutto ciò li farà impazzire".

"Non tendete loro specchi" ma mostratevi a loro. Mostratevi a me e iniziate a dirmi che ne pensate di tutto questo mio lavoro.


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