martedì 26 novembre 2019

La verità, vi prego, sulla maternità. B come Bambino.

Ovvero di come diventano tutti monotematici quando una persona si riproduce.
Ed è una tendenza che valica i confini di genere: che tu sia uomo o donna, non resisterai all'impulso di fare domande che in altre occasioni non faresti mai, se non dinnanzi ad un genitore che spinge un passeggino.
Nulla di strano o di inusuale, e la maggior parte dei genitori che conosco sono felici di descrivere nel dettaglio lo stato delle feci del proprio figlio. Però qualche volta non è così. E adesso dirò una grande verità dimenticata, ma così profonda da essere banale: la maternità e la paternità sono pesanti. Non sempre, ma certe volte ti senti talmente sopraffatto da quel cosino che non supera i 4 kg, che non hai voglia di parlarne sempre.
Come potrete immaginare, io l'ho sofferta parecchio questa cosa, quindi ho creato un codice di comportamento che tengo con le neo mamme ed i neo papà che recita pressappoco così:
1) Non fare mai domande al plurale. Questo si traduce nel fatto che non chiedo mai cose del genere "come state?" oppure "avete fatto i vaccini?", e via discorrendo. Credo che, soprattutto le mamme, abbiano bisogno di tornare al più presto ad essere considerate come donne, anzitutto, persone individuate differenti dalla creatura che hanno messo al mondo. Questo processo di ritorno alla normalità deve necessariamente iniziare dal linguaggio che usiamo. 
2) Non fare domande sul sonno. Non chiedere mai cose del genere "è bravo? dorme?" oppure "riuscite a dormire?". A me, queste domande scatenavano sempre una grande frustrazione a causa delle reazioni che ricevevo alle mie risposte. In generale, se un bambino dorme, vieni redarguita sull'enorme fortuna che ti è toccata, fortuna a cui, comunque, è meglio che non ti abitui perché è destinata a terminare presto. Se il bambino non dorme, invece, scatta l'ansia da prestazione perché se non dorme, è quasi certamente, colpa tua, succede a causa di qualcosa che fai o non fai. Le donne e gli uomini che hanno appena avuto un figlio non hanno bisogno di dosi extra di ansia. In fondo, che dorma o meno, non verranno certo a dormire a casa vostra. State sereni e non asciugate il prossimo. Su questo argomento ci tornerò sù presto.
3) Non fare affermazioni come "mi sembri stanca/o" oppure "mamma mia come sei pallida/o". Nella mente di chi vi ascolta si accende immediatamente l'idea di essere un cesso a sonagli e questa bassa considerazione di se stessi non è di aiuto a nessuno, men che meno ad una persona che sta dedicando ogni sua energia ad un esserino gorgogliante. 
4) Spostare il focus dell'attenzione dal passeggero al pilota. Tanto se il pilota ha desiderio di parlare del passeggero, troverà il modo di inserirlo nel discorso e a voi non resta che stare ad ascoltare avendo cura di non tenere un atteggiamento giudicante.

Ce la possiamo fare a farcela?

martedì 19 novembre 2019

A Natale puoi?

Nel momento in cui scrivo, mancano esattamente 37 giorni a Natale. Se siete già in crisi per i regali, ricordatevi che tra pochi giorni verrete investiti dalla follia del black friday e potrete acquistare oggetti brutti che non avreste mai comprato solo per il motivo che sono scontati dell'11%.
In alternativa, vi spaccio i miei consigli per gli acquisti natalizi: roba che sarei super mega ultra felice di ricevere ma che (quasi certamente) non troverete ribassati il 29 novembre.

Faccio immediatamente coming out e vi annuncio che, a mio avviso, i libri (insieme ad i viaggi) sono le cose per cui vale sempre la pena spendere del denaro. Ricevere libri in regalo mi rende enormemente felice. I libri e i vinili mi rendono felice, ma questi ultimi sono già un po' meno mainstream. 
Nel 2019 (complice anche la gravidanza anticipata che mi ha messa a riposo) mi sono dedicata all'impresa di sfoltire l'elenco dei libri della  libreria che non avevo ancora mai aperto. Così tanto da leggere e soli due occhi. Alcune cose che ho amato moltissimo, in ordine sparso:
- ... Che Dio perdona a tutti - Pif;
- Manuale per ragazze rivoluzionarie. Perché il femminismo ci rende felici - G. Blasi;
- Sapiens. Da animali a Dèi. Breve storia dell'umanità - Y. N. Harari; 
- Invidia il prossimo tuo - J. Nivel;
- Istruzioni per diventare fascista - M. Murgia;
- Morgana. Storie di ragazze che tua madre non approverebbe - M. Murgia e C. Tagliaferri;
- Liberati della brava bambina - M. Gancitano e A. Colamedici.

Alcuni libri che ho messo in whishlist (davvero, sono solo alcuni, perché ho una lista dei desideri vergognosamente lunga):
- Lezioni di meraviglia - M. Gancitano e A. Colamedici;
- La società della performance. Come uscire dalla caverna - M. Gancitano e A. Colamedici;
- Non sono sessista, ma... Il sessismo nel linguaggio contemporaneo - L. Gasparrini;
- Il maestro e Margherita - M. Bulgakov;
- Identità - F. Fukuyama;
- Un figlio è poco e due son troppi. Diario di una mamma - A. Massera;
- Attraversare i muri - M. Abramovic;
- Un titolo qualunque dal catalogo di Ippocampo Edizioni. Davvero, uno qualunque. Sono uno più bello dell’altro. Io ho perso la brocca (tra gli altri) per questo.

Qualche altra ideuzza:
- un po' per tutti, siccome Greta ci vede e ci giudica, un bel dispositivo e-reader (mi raccomando, che sia retro illuminato. Ascoltate una cretina). E se il dispositivo c'è già, un bel buono per l'acquisto di e-book;
- Per chi è stressato, anche a causa dei temi fatphobia e body acceptance, il coloringbook di Belledifaccia;
- Per chi non vive senza agenda, il bujo nella versione weekly o daily di InchiostroandPaper;
- Per chi viaggia molto (ma anche no), abbonamento ad Audible (ho scoperto gli audiolibri e sono una vera figata. Io li ascolto mentre mi alleno, guido o porto a passeggio Adele nel passeggino);
- Per i make-up addicted, tutti i prodotti di Espress-oh sono ideati e realizzati in Italia e profumano di caffè! 
- Per gli esauriti proprio come me, un buono per una spesa su Cortilia. Secondo me è un servizio da provare, una volta nella vita;
- Per chi ha il culo pesante, ma anche per chi è stufo del solito allenamento in palestra e cerca una disciplina che appassioni e un luogo in cui trovare una famiglia, 10 ingressi per praticare Crossfit. Il Crossfit è un allenamento che prepara alla vita di tutti i giorni e si pratica in luoghi appositi chiamati box. Io vado qui: i coach sono preparati as fuck e chi lo frequenta è super carino e preso bene.

In ultima istanza, desidero spezzare una lancia in favore dei buoni acquisto e delle liste dei desideri. Non è vero che se regali un buono o compri un oggetto da una lista dei desideri non hai voglia di sbatterti. Io credo che siano due strumenti che semplificano un sacco la vita, ti fanno risparmiare denaro ed evitano che il tuo bel regalino finisca alla pesca di beneficenza di Natale della parrocchia.

Bonus track: se dovete fare un regalo ad una neo mamma, non fatele un regalo destinato al suo neonato. Evitate di farle pensare che, dopo la gravidanza, non se la cagherà mai più nessuno se non in quanto entità da cui l'infante ha avuto vita. Portatele del cibo, piuttosto. 

Credo di aver scritto il post più lungo da quando ho ricominciato a frequentare il blog per cui, mio malgrado, lo chiudo qui. 
Se volete altre idee, scrivetemi. Scrivetemi anche se ne avete voi, così condividiamo. Sharing is caring

martedì 12 novembre 2019

La verità, vi prego, sulla maternità. A come Allattamento.

Il punto di vista sull'allattamento è come il buco del culo: tutti ne hanno uno e sono convinti che non puzzi. E credo che dipenda dal fatto che è comune pensare che il corpo femminile sia un bene pubblico su cui si è legittimati ad esprimere la propria opinione. 
Ho raccolto un po' di commenti e domande che mi sono sentita fare, a fasi alterne, negli ultimi tre anni o che mi hanno riferito le mie amiche. 
Già sento la vocina di mia madre che dice "eh, ma come sei! Ma non ti si può dire niente! Ma di cosa bisognerebbe parlare con te?"
Posto il fatto che non è obbligatorio fare discussione con chicchessia, che le relazioni umane sono altamente sopravvalutate, c'è qualcuno che crede davvero che l'unica cosa di cui si può parlare con una donna adulta che passa la maggior parte del suo tempo con un infante che, nella migliore delle ipotesi, ride e gorgheggia, sia lo stato di salute del suo seno? 

Ci sono alcune domande che, semplicemente, non andrebbero fatte perché inopportune ed invadenti; a questa categoria appartengono tutti i quesiti posti a vario titolo sulla quantità/qualità del latte materno e dell'allattamento, ad esempio "ma lo allatti ancora?", oppure "ma lo allatti tu?", o ancora "ma latte ne hai?". 
Poi ci sono tutti i commenti che andrebbero evitati come l'ombretto azzurro; a questa seconda categoria appartengono, ad esempio, tutte quelle battute per un cazzo simpatiche in cui si accosta la donna in questione ad una mucca. Non pronunciatele, non fatelo mai. E' avvilente e offensivo e imperdonabile.
Al terzo posto, troviamo tutti i suggerimenti di vita di chi parla per esperienza oppure di chi non avendo mai messo al mondo neanche un rutto, parla per sentito dire o perché ha letto un articolo sull'allattamento su Diva&Donna. A questa categoria appartengono tutte le frasi come "non dovresti allattarlo per più di sei mesi perché poi non te lo stacchi più", oppure "dovresti allattare almeno fino al compimento del diciottesimo anno di età", o ancora "non attaccarlo sempre altrimenti ti scambia per un ciuccio". 
E, dulcis in fundo, troviamo tutti i commenti definitivi, quelli che non danno speranza nel futuro, ma neanche nel presente, ad esempio "si vede che non hai più abbastanza latte", oppure "il tuo latte è diventato acqua" oppure ancora "il seno di una donna non torna mai più come prima, dopo aver allattato" (famo a capisse: ammesso e non concesso che sia vero, quale benessere cerchi di trasmettere ad una donna -spesso- già in piena crisi esistenziale a causa del suo aspetto fisico, dandole una notizia simile?)
Se mai nella vita aveste l’ardire di farvi sfuggire una di queste frasi dalla bocca, che abbiate un seno in grado di allattare o meno, provate a mordervi la lingua perché pronunciarle ha la stessa utilità di una scoreggia in una bottiglia: nessuna. 


martedì 5 novembre 2019

Corso (pre)matrimoniale (semi)serio. Pt.4 - Consortium totius vitae.

"[...] l'unico equilibrio che si riesce a trovare è un compromesso reciproco: ogni partner accetta un aspetto dell'altro che a monte non avrebbe mai accettato, e questo diventa la scusa per dare sfogo alla propria parte peggiore.”*

Consortium totius vitae non è (solo) la formula latina che porterà al suicidio annunciato della rubrica meno richiesta del web ma è la ricetta più completa che ho trovato per porre rimedio a quella profonda, insana, insensata vocazione di ciascuno di noi a voler rendere un inferno la vita di colui o colei che ci sta a accanto. 
Consortium totius vitae, altrimenti detto unione di tutta la vita 'finché morte non ci separi'. 'E se qualcuno non è d'accordo, parli ora o taccia per sempre', solo nei film. 
Unione nel tempo ('finché morte non ci separi', appunto), ma anche unione nello spazio, e nei modi, e negli intenti. Unione come volontà di fare ed essere storia insieme. Trovare sempre un modo, cercare insieme la strada ed insieme inventarla, se non c'è. Trovare un equilibrio personale che sia parte di un equilibrio di coppia, il quale a sua volta sia il baricentro di un equilibrio personale. Trascorrere del tempo durante il quale fiorire come persone, per essere uomini e donne felici. Felici davvero, avendo ricoperto tanti ruoli senza essersi completamente identificati con nessuno di essi. 
Dunque, eccoci giunti al punto. Se stai progettando un futuro insieme a qualcuno, dovresti dirgli cosa ami, chi frequenti, e come passi il tuo tempo quando non sei con lui; e dovresti anche dire che alcune di queste cose e persone rimarranno nella tua vita anche dopo. E se sei una persona abituata a farti assorbire dall'altro (e se lo sei, tu lo sai), dillo forte a te stesso che ci sono delle cose e delle persone che ami che resteranno nella tua vita anche dopo il gran circo matrimoniale. 
Non ho mai creduto che (in amore) 'gli opposti si attraggono', ma avere passioni diverse è possibile, se non addirittura necessario, affinché si possa rimanere soggetti individuali ed individuati.
Insomma, c’è vita dopo il matrimonio. E non è niente male.


*M. Gancitano - A. Colamedici "Liberati della brava bambina"