martedì 29 ottobre 2019

La verità, vi prego, sulla maternità. Le sette frasi che non voglio più sentirmi dire.

Riporto, in ordine sparso, le sette frasi più irritanti che mi sento dire più frequentemente e che non vorrei sentire più. 

1) Ma come è possibile che non ti piaccia allattare? 
Ma com'è possibile che tu senta il dovere di dare la tua opinione su questo aspetto? Questo è il dilemma. 

2) Hai due femmine? Povero papà!
No, povera me, che sarò presa per il culo da tutta la famiglia mentre mio marito sarà l'uomo più amato della terra, con tre donne che non avranno occhi che per lui. 

3) Hai due femmine? E quando fai il maschietto?
Pensavo di farlo quando la gente smetterà di farmi questa domanda stronza. Quindi mai.

4) Ma esci da sola? Allora stasera Marco farà il mammo! Poverino!
No, Marco non fa il mammo. Marco è un papà che passerà la serata a casa con le sue figlie e questa prospettiva non lo fa sentire menomato, abbandonato, disperato o usurpato in qualche modo della sua virilità.

5) Non ti offendere, ma tua figlia somiglia tutta a tuo marito!
Questa, davvero, me la dovete spiegare. Ma per quale motivo dovrei offendermi se le mie figlie somigliano all'uomo con cui le ho concepite? Non sarebbe peggio se somigliassero al panettiere? Tra l'altro, Marco è anche un bell'uomo, per cui proprio non capisco quale sia il problema. Inoltre, se pensi che quello che stai per dirmi potrebbe offendermi in qualche modo, perché me lo dici ugualmente? Perché non ti fermi? 

6) Ma è una femmina? Ma è vestita di blu! 
Sì, a noi piace confondere le persone nella speranza che si indispettiscano e smettano di farci sapere come la pensano su come vestiamo le nostre figlie.

7) E' troppo furba/sveglia/piagnucolona/ruffiana/..., è proprio femmina!
No, è un essere pensante con carattere da vendere. C'è talmente tanto di sbagliato in questa frase che si commenta da sola.

Quali sono le vostre?

martedì 22 ottobre 2019

La verità, vi prego, sulla maternità. Quello che le ostetriche non dicono.

Io lo so che nessuno ve lo ha mai detto. E lo so perché nessuno lo aveva mai detto a me.
Lo so che vi hanno convinte che fosse sufficiente avere la borsa per l'ospedale pronta nel bagagliaio dell'auto. So anche quanto possono avervi assillato circa l'importanza di preparare adeguatamente il 'nido' (🙅). Ma sono quasi sicura che nessuno vi abbia detto questo: prima che la prole sia a casa, stilate un elenco dettagliato dei vostri bisogni primari ordinati per priorità.

Sapere esattamente cosa fare quando si ha una finestra temporale libera limitata è FON DA MEN TA LE. Perché, per quanto vi sentiate 'sul pezzo', ci saranno momenti in cui vi troverete a pensare "Ok, ho 15 minuti. Cosa faccio? Mangio qualcosa o faccio la cacca?" Oppure "Schiaccio un pisolino o mi lavo i capelli?". Posso garantirvi che non è una stupidaggine, perché mentre siete lì che cercate di capire cosa fare nel tempo di un micro sonnellino di vostro figlio, i minuti finiscono prima che abbiate deciso. 
Nella lista mettete tutto ciò che ritenete importante: l'igiene personale, bisogni fisiologici, intrattenimento: farsi una ceretta o leggere due pagine di una rivista può essere essenziale tanto quanto mangiare un panino.

BONUS TRACK: anche se non hai figli o se ne hai ma non li hai partoriti tu o se li hai ma hanno ampiamente superato l'età in cui starebbero in braccio a te anche mentre fai la pipì, prova a fare lo stesso questa classifica, chissà che non ne escano considerazioni interessanti sulla tua vita.
SPOILER ⇒ se la cacca avesse la priorità su tutto, io un po' vi capirei 💗.

martedì 15 ottobre 2019

Corso (pre)matrimoniale (semi)serio. Pt.3 - Andate e moltiplicatevi. Ma anche no.

Per un po' di tempo ho rimandato la scrittura di questo post: lo so che prima o poi avrei dovuto affrontare "il drago", ma ero bloccata dalla certezza che come scrivi, scrivi, con l'argomento 'genitorialità', finisci sempre per sbagliare. Il rischio principale è quello di ferire qualcuno oppure quello di dire delle banalità imbarazzanti. Sono certa che commetterò entrambi gli errori e me ne scuso in anticipo .
In un percorso di avvicinamento al matrimonio, avrei voluto che qualcuno mi ponesse alcune questioni perché, soprattutto in ambiente cattolico, la genitorialità è data per scontata; ciò che non è scontato, però, è  che si parli di genitorialità consapevole. Con la volontà di essere, se non proprio buona, quanto meno indelicata possibile, elenco 5 domande da porsi sull'argomento prima di decidere di sposarsi:

1) "Vuoi figli?"  Se volete figli va bene; se non volete figli, va bene; ma parlatene e trovate un accordo. Mettere al mondo una progenie, non vi rende persone di serie A; non mettere al mondo una progenie, non vi rende persone di serie B;
2) "Quanto è trattabile la tua posizione?"  Se non siete d'accordo sull'argomento, dedicatevi con parsimonia all'opera di convincimento dell'altro/a. Solo gli stupidi non cambiano mai idea, è vero, ed io stessa ne sono la prova, però ciascuno di noi sa quando la battaglia è ancora aperta e quando, invece, le sorti del conflitto sono segnate. Valutate anche l'ipotesi che l'altra persona non cambi idea sull'argomento;
3) "Che facciamo se...?"  Confrontatevi anche sulle ipotesi peggiori, chiedetevi in tutta onestà cosa pensate che fareste (perché è certo, che non potete sapere esattamente come vi comportereste nella situazione concreta) nel caso in cui i figli desiderati non arrivassero, o i figli indesiderati arrivassero o, ancora, qualora i figli desiderati arrivassero ma non in condizioni di salute ottimali. Non è questione di fare i profeti di sventura ma di prendere in esame tutte le possibilità perché è sul realizzarsi di queste possibilità che si gioca la stabilità della coppia e la salute psicofisica delle persone;
4)  "Come ci organizzeremo quando...?"  Se vi trovate d'accordo sulle tre precedenti domande e decidete di volere figli, fatevi un'idea, seppur vaga, di come intendete organizzare la vita famigliare con l'arrivo dei bambini. Non dimenticatevi, né come singole persone né vicendevolmente, in favore di un totale assorbimento da parte degli eredi;
5) "Come ci comporteremo nel caso in cui...?"  Confrontatevi su come intendete crescere i vostri figli. Se entrambi arrivate da un ambiente educativo comune, discuterne può essere un buon punto di partenza. Questo aspetto diventa, però, quanto più importante tanto più è diverso il contesto da cui provenite, anche se una persona, da questo contesto, si può sempre affrancare. Credo che procedere per tentativi, fare domande anche sciocche e prevedere scenari sia l'unico modo per sviscerare la questione.


lunedì 7 ottobre 2019

Corso (pre)matrimoniale (semi)serio. Pt.2 - A letto con il nemico.

≪Abbiamo quasi finito. Domanda numero 8: "Pone condizioni al matrimonio?≫
≪Sì, che Marco non voti mai Berlusconi.≫
≪Ah ah ah!≫

Io ero serissima, ma il sacerdote non colse l'urgenza di quella risposta.
Correva l'anno 2013, io e Marco ci saremmo sposati da lì a pochi mesi, e come tutti coloro che intendono sposarsi con rito cattolico (ALERT sarcasmo), passammo la nostra relazione al vaglio dell'indagine istruttoria.
Io non ricordo le altre domande, né tanto meno le risposte che diedi, fatta eccezione per il quesito n°8. Dietro questo responso apparentemente cazzone, si celava la necessità di sapere che tipo di uomo stavo per sposare.
Anche se hanno tentato di farci credere il contrario, la politica non è una cosa astratta e lontana dalle persone, è qualcosa di estremamente concreto, che impatta fortemente sulla nostra vita, anche famigliare. Lo spiega bene Giulia Blasi nel suo libro "Manuale per ragazze rivoluzionarie" (per il quale ho una specie di ossessione, in questo periodo). Dice Giulia: 

"Non tutti abbiamo la predisposizione all'attivismo, ma tutti possiamo fare scelte politiche. Di fatto, ogni giorno compiamo scelte politiche di qualche genere. Si può dire tranquillamente che la nostra intera esistenza su questo pianeta è politica, anche se non ce ne rendiamo conto".

L'orientamento politico riflette lo stile di vita ed il mondo interiore delle persone; per questo, a mio avviso, non puoi dire di conoscere bene qualcuno finché non sai come si comporta in cabina elettorale. Oddio, qualche sospetto può anche venirti: se parli da stronzo, non puoi essere una zucchina.
Solitamente, sono due le domande a cui un italiano non accetta di rispondere: quanto guadagni e cosa voti. Si può condividere qualunque nefandezza ma non l'orientamento politico. Però io vi inviterei ad indagare questo aspetto, anche se la politica non sarà mai argomento di discussione tra le mura domestiche. Hai visto mai che pensi di stare con Sbirulino e invece ti ritrovi sposato con Pinochet.