martedì 12 novembre 2019

La verità, vi prego, sulla maternità. A come Allattamento.

Il punto di vista sull'allattamento è come il buco del culo: tutti ne hanno uno e sono convinti che non puzzi. E credo che dipenda dal fatto che è comune pensare che il corpo femminile sia un bene pubblico su cui si è legittimati ad esprimere la propria opinione. 
Ho raccolto un po' di commenti e domande che mi sono sentita fare, a fasi alterne, negli ultimi tre anni o che mi hanno riferito le mie amiche. 
Già sento la vocina di mia madre che dice "eh, ma come sei! Ma non ti si può dire niente! Ma di cosa bisognerebbe parlare con te?"
Posto il fatto che non è obbligatorio fare discussione con chicchessia, che le relazioni umane sono altamente sopravvalutate, c'è qualcuno che crede davvero che l'unica cosa di cui si può parlare con una donna adulta che passa la maggior parte del suo tempo con un infante che, nella migliore delle ipotesi, ride e gorgheggia, sia lo stato di salute del suo seno? 

Ci sono alcune domande che, semplicemente, non andrebbero fatte perché inopportune ed invadenti; a questa categoria appartengono tutti i quesiti posti a vario titolo sulla quantità/qualità del latte materno e dell'allattamento, ad esempio "ma lo allatti ancora?", oppure "ma lo allatti tu?", o ancora "ma latte ne hai?". 
Poi ci sono tutti i commenti che andrebbero evitati come l'ombretto azzurro; a questa seconda categoria appartengono, ad esempio, tutte quelle battute per un cazzo simpatiche in cui si accosta la donna in questione ad una mucca. Non pronunciatele, non fatelo mai. E' avvilente e offensivo e imperdonabile.
Al terzo posto, troviamo tutti i suggerimenti di vita di chi parla per esperienza oppure di chi non avendo mai messo al mondo neanche un rutto, parla per sentito dire o perché ha letto un articolo sull'allattamento su Diva&Donna. A questa categoria appartengono tutte le frasi come "non dovresti allattarlo per più di sei mesi perché poi non te lo stacchi più", oppure "dovresti allattare almeno fino al compimento del diciottesimo anno di età", o ancora "non attaccarlo sempre altrimenti ti scambia per un ciuccio". 
E, dulcis in fundo, troviamo tutti i commenti definitivi, quelli che non danno speranza nel futuro, ma neanche nel presente, ad esempio "si vede che non hai più abbastanza latte", oppure "il tuo latte è diventato acqua" oppure ancora "il seno di una donna non torna mai più come prima, dopo aver allattato" (famo a capisse: ammesso e non concesso che sia vero, quale benessere cerchi di trasmettere ad una donna -spesso- già in piena crisi esistenziale a causa del suo aspetto fisico, dandole una notizia simile?)
Se mai nella vita aveste l’ardire di farvi sfuggire una di queste frasi dalla bocca, che abbiate un seno in grado di allattare o meno, provate a mordervi la lingua perché pronunciarle ha la stessa utilità di una scoreggia in una bottiglia: nessuna. 


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