lunedì 30 gennaio 2012
Nuvole Rapide
Flusso, derive, parole: Tutto si perderà.
Primo singolo tratto dal bistrattato album "Amorematico", questo pezzo è veramente il cuore della groova torinese!Sostanzialmente, questo album è stato abbastanza massacrato dalla critica. Per citare i Subsonica in un loro recente brano "non va bene di qua, e non va bene di là, non si capiscono le parole, quando fai così sei troppo commerciale, quando fai cosà non si capisce un cazzo... eh oh e mi sembri mia madre!" (Benzina Ogoshi - Eden 2011 - http://www.youtube.com/watch?v=qT_QKglIrWI)
Cominciamo dicendo che tutto l'album è un po particolare ed in realtà molti testi non si afferrano, per così dire, al primo ascolto. Beh, neanche al secondo. Ma comunque a mio modesto parere, l'album spacca."Amorematico" è il terzo album della formazione torinese (che io AMO alla FOLLIA!) ed esce nel 2002. Nuvole rapide", come già detto, è il primo singolo e di strepitoso, oltre al sound straordinariamente trascinante, ha il videoclip che accompagna il singolo. Girato da Luca Merli e citato in un video dei Delta V ("Un colpo in un istante"), vede un anziano signore correre apparentemente senza meta né motivo in giro per la campagna padana. L'effetto visivo "bruciato" è davvero notevole. Piacevolissimo.Stavolta non racconto aneddoti o storie strane. Volevo solo restituire quanto dovuto ad un album pazzesco.
Godetevelo e come direbbe Max "che la grova sia con voi!"
http://www.youtube.com/watch?v=bZelH5yNuYI
mercoledì 25 gennaio 2012
Another one bites the dust
lunedì 23 gennaio 2012
Brutta notizia
Che le spine siano con voi!
domenica 22 gennaio 2012
Harry Potter - Il Prigioniero di Azkaban
Vi è mai capitato di provare odio, ansia, frustrazione, gioia leggendo un libro?
giovedì 19 gennaio 2012
L'homme qui plantait des arbres
"Quando penso che un uomo solo, ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è bastato a far uscire dal deserto quel paese di Canaan, trovo che, malgrado tutto, la condizione umana sia ammirevole." |
Stasera un post breve ed allo stesso tempo un condensato di speranza. "L'uomo che piantava gli alberi" è un racconto dello scrittore francese Jean Giono del 1953. Narra la storia del pastore Elzéard Bouffier e del suo progetto di piantare alberi. Vedovo e taciturno e pianta querce. Solo e con spirito eremitico e pianta betulle. Scoppia la Prima Guerra Mondiale e pianta faggi. Di 100.000 querce piantate si aspetta che solo 10.000 resistano alle incursioni degli animali e della Provvidenza, ma non abbandona il progetto. Trasforma la sua terra in un giardino. Ecco il punto. Creare un fitta foresta di relazioni, stringere i cuori. "Sapere che c'è qualcuno da qualche parte nel mondo dal quale ti senti compreso malgrado le distanze o i pensieri inespressi fa di questa terra un giardino". Leggeteci quello che volete. Questa è la mia liberissima interpretazione. |
mercoledì 18 gennaio 2012
The Emperor's New Groove
Kuzco: Come posso spiegartelo? Ti sollevo dall'incarico, sei stata dimissionata, rientri nella riduzione del personale, divergenza di intenti, conflitto d'interessi, scegli la tua versione, ne ho altre.
Yzma: Ma... io... io... voi... oh! Oh... ma Vostra Altezza, sono anni che dimostro la mia cieca fedeltà all'Impero! Saranno almeno... be'... molti, moltissimi anni, Altezza!
Kuzco: Ehi, abbiamo tutti il nostro Canto del Cigno! Il tuo è finito da almeno mezzo secolo. Allora: chi è seduto sul mio trono?...)
Yzma: Non mi riferivo alla CENA! A quella cosa...
Kronk: Oh, ma certo, il veleno! Il veleno per Kuzco! Il veleno scelto appositamente per uccidere Kuzco! Kuzco e il suo veleno!.... Quel veleno?
Yzma: SI', QUEL VELENO!)
Il film vede la luce dopo sei anni di studio, realizzazione e rimaneggiamenti.
Prodotto da Randy Fullmer e diretto da Mark Dindal è certamente un film da guardare con un buon amico stravaccato a fianco a te sul divano, soprattutto se hai lo stesso umore che io questa sera.martedì 17 gennaio 2012
V per Vendetta
Angie
Viene pubblicata nel 1973 sull'album "Goats Head Soup" e raggiunge subito il vertice delle classifiche americane, mentre in Inghilterra si piazza al quinto posto.
E' tra le ballate più belle e struggenti dei Rolling Stones; scegliere tra questa e Wild Horses quale sarebbe stata la canzone che avrei inserito nel mio post è stato davvero difficile. Ho scelto questa perchè Keith Richard, principale compositore di questo pezzo, racconta nel suo libro (http://il-cactus.blogspot.com/2012/01/life.html) come la scrive. Siamo al capitolo otto del libro, tra la seconda metà del 1971 e la prima metà del 1972. Keith continua a studiare la chitarra a cinque corde, nella sua vita arriva il grande amico Gram Parsons e contestualmente diventa dipendente dalle droghe di pessima di qualità, cosa che lui descrive come l'ultimo stadio della dipendenza, prima dell'ultima dose. Lui e Anita, sua prima moglie, decidono di scappare in Svizzera per disintossicarsi attraverso la tecnica "smettere di colpo". Il dottore incaricato della "pulizia" del chitarrista si chiama Dember. Keith defisce il suo metodo inutile e lui un "subdolo sodomita stronzo". Definisce l'astinenza come i "tre giorni più lunghi della tua vita". Per farla breve, mentre è in clinica, Anita aspetta di partorire la loro prima figlia. Un pomeriggio, seduto sul letto, uscito dal trauma della crisi di astinenza, quando le sue dita finalmente rispondono alla sua testa e vanno a posizionarmi sui tasti giusti, scrive "Angie" col solo ausilio di una chitarra. Nel libro racconta: "Attaccai, semplicemente, "Angie, Angie".
Sua figlia in origine non portava questo nome: Anita le fece mettere il nome "Dandelion". "Angela" venne aggiunto perchè la clinica in cui partorì era una ospedale cattolico e le infermerie insisterono affichè alla bambina fosse dato un nome più consono. Appena la bambina crebbe un pò disse "Non chiamatemi mai più Dandy".
Registrato tra il novembre e il dicembre del 1972, ancora oggi Angie è uno dei pezzi più amati dal pubblico e viene suonato live in tutti i concerti a partire dal 1981.
E' un pezzo straordinario. Non c'è bisogno che io aggiunga altro.
http://www.youtube.com/watch?v=JMkFjYRWM4M
domenica 15 gennaio 2012
life
Ladies&Gentleman: Keith Richards!
Ragazzi che storie ha da raccontarci quest’uomo. C’è da non crederci!
Ma procediamo con ordine.
"life" è l'autobiografia del genio sopracitato. Una delle poche autobiografie non postume che valga la pena di leggere perché scritta egregiamente (peraltro, le biografie postume mi danno leggermente sui nervi, magari ci torneremo su).
Inizia con un aneddoto abbastanza divertente nel quale alcuni agenti di polizia gli fanno accostare l'auto lungo una strada in Arkansas. E’il 1975, e gli Stones sono in viaggio per il “1975 – Tour of Americas”. Tutto normale, se non fosse che la suddetta automobile non sia letteralmente imbottita di ogni sorta di stupefacente. Ovviamente, non ho nessuna intenzione di dirvi come finisce (quanto mi stanno sul culo quelli che scrivono la fine di un libro su Wikipedia!) diciamo, però, che è solo il principio.
E Keith parte proprio dall'inizio, dove tutto cominciò. Parla dei suoi genitori Bert e Doris, di una famiglia materna numerosa e con una grande vena artistica, di suo nonno Gus, il primo a vederci lungo sulle sue doti artistiche. Racconta dei suoi matrimoni (due), dei suoi figli (cinque in tutto, Marlon, Angela -Angie!!- e Tara -mancata a pochi mesi dalla nascita per un problema respiratorio- avuti dall'attrice Anita Pallenberg; Theodora Dupree e Alexandra Nicole -due fighe paurose, entrambe famose modelle-, avute da Patti Hansen -sua attuale moglie-). Poi ci sono tutte le numerosissime collaborazioni artistiche paurose, ripeto paurose, la profonda amicizia con Gram Parson ("Amici veri. La cosa più difficile da trovare, ma non puoi cercarli - sono loro che trovano te; si cresce fino ad incontrarsi"), i successi e i bagordi con gli Stones (che lui e Mick Jagger hanno fondato con l’intento di trasformarla nella più grande blues band del mondo), i tafferugli con Mick Jagger ("Può essere che io e Mick non siamo amici -nel nostro rapporto c'è stata troppa usura-, ma siamo i fratelli più vicini che esistano, ed è un legame che non si può recidere"), il mito che ha atteso di incontrare per un’intera vita (Chuck Berry) ma che poi lo ha umanamente deluso, le sfighe discografiche, i casini con la legge, il suo progetto con gli X-Pensive Winos, quando nel 1987, Mick Jagger decide di lasciare da parte la band per ambiziosi nonché poco riusciti progetti solisti. Belle le foto che inserisce qua e là e che danno un certo tono a tutto il racconto. In mezzo a tutto ciò, chi ha vissuto un pezzetto della sua vita ed ha ancora la fortuna di poterlo raccontare, allieta la lettura con la propria versione dei fatti circa questo o quell'aneddoto. Strepitoso l'intervento di Kate Moss (c**** Kate Moss!) a proposito di uno “sclero” di Keith per delle cipolline. Da sdraiarsi a terra dalle risate.
Da leggere attentamente la lunga sezione in cui Keith racconta di aver cambiato il suo modo di suonare, utilizzando gli "accordi aperti": io non capisco niente di musica suonata ma, gente, quanta passione in quelle parole, quanto patos, quanta meraviglia. Strepitoso.
Delusione, amore, gli amici che se ne vanno per quella dipendenza che ha rischiato di portarsi via anche lui, i film a cui partecipa (in ultimo, il ruolo da padre pirata di Johnny Deep ne "I pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo"), le astinenze, i riff che registra nel sonno (porca vacca, mentre dorme!), e le canzoni che scrive mentre è in disintossicazione, le amiche, le amanti, la passione, il talento di un uomo che personalmente trovo di grande fascino e ispirazione.
Quella continua ricerca della perfezione, del suono perfetto, il desiderio di creare qualcosa di perfetto e bello, quell'amore incredibilmente grande per ciò che fa, dovrebbe ispirare tutti noi.
venerdì 13 gennaio 2012
Il cactus torna con un progetto “impegnativo”
Avvertenze:
- la raccolta non ha alcuna pretesa e nemmeno io. Non ho la pretesa di affermare che siano i migliori, ma solo alcuni dei miei preferiti. E questo, mi sembra ovviamente ovvio.
- Le classifiche sono affascinanti perché destinate a mutare nel tempo. Le classifiche sono soggettive. Parziali. Anche faziose. E questo mi piace. Non v’è ipocrisia in loro, semmai v’è in noi che stentiamo ad affermare che i nostri gusti possano cambiare, che noi possiamo cambiare. Le ragioni sono tante: le stili in momenti diversi della tua vita e ciò che ti piace a 18 anni (purtroppo o per fortuna) non ti piace anche a 30, 40, 50 anni, foss’anche solo per il diverso stato d’animo che vivi nel momento in cui stabilisci che una cosa ti piace ed un’altra no. Semplice e lineare. Asserzioni quasi banali. A 7 anni odi le melanzane, a 26 vivresti di melanzane. Chiaro? E’ il contesto artistico a richiedere che le persone cambino i propri gusti perché muta e si amplia e cresce e tu non puoi fare altro che arrenderti all’evidenza che qualcosa di diverso non può che piacerti, non può non piacerti. Sono curiosa di vedere tra vent'anni cosa mi piacerà.
- Non userò più il termine classifica perché la mia non lo sarà. Disamina vi piace?
- La disamina sarà dannatamente POP: perché POP è bello! È l’abbreviazione di “popular”, quindi indica qualcosa che arriva a tutti. Una disamina alla portata di tutti. Ma non tipo la Wolkswagen, che di auto del popolo ha proprio poco. Non aspettatevi di trovare testi cervellotici di canzoni mai sentite, libri sconosciuti, film di registi polacchi alcolizzati morti suicidi. Non fate polemica, non faccio distinzioni. Semplicemente non ne conosco. Pop è quello che sono.
Se le condizioni vi piacciono, qui iniziamo. Anzi, iniziamo lunedì.